sabato, maggio 03, 2008

Meglio tardi che mai...



Finalmente riesco a riaccedere al blog!
Me ne vergogno, ma in questi due anni in cui mi sono successe tante cose (per fortuna sia belle che brutte) avevo perfino dimenticato la password per accedere.
Provo a buttare giù una lista delle cose che spero di aver imparato tra giugno 2006 ed oggi, procedo in ordine casuale:
- la voglia di cucinare mi è passata per oltre un anno. non è che facessimo la fame o ci siamo dedicati ai "4 salti", ho semplicemente cucinato per la sopravvivenza (un sacco di riso bollito e verdure al vapore, meno male che qui a casa sono graditi..). Ultimamente sono stati per me fonte di ispirazione certi favolosi Pretzel, che mi hanno ridato la gioia di mettere le mani in pasta;
- la stabilità professionale, quando finalmente arriva è una conquista. io ci ho messo 9 anni, ma dentro di me sapevo che non avrei mai lasciato il mio lavoro, che era solo una questione di tempo. Ciò non toglie che mi è sembrato di aver scalato una montagna, e non ce l'avrei mai fatta se mio marito non mi avesse lasciato 6 mesi di tempo per dedicarmici, occupandosi a tempo pieno di nostra figlia. Grazie, Nemo, a te tutta la mia gratitudine ed il mio amore;
- le sfighe portano a cambiare la propria scala di priorità, alla fine ci si rende conto che quello che conta veramente- e su cui si può contare sempre e comunque- è la propria famiglia (intesa come marito e figli). Si tende a colpevolizzarsi quando succede qualcosa di brutto, o a temere qualche cosa che fino ad allora si è ignorata, ma poi si scopre che è stata davvero solo sfortuna, ed allora si tira un sospiro di sollievo;
- i sogni meritano sempre di essere inseguiti. Non mi sono affatto dimenticata della mia pulce nell'orecchio, quel sogno è solo rimandato di qualche anno. Al momento ne sto inseguendo un altro, che si chiama VBAC, e del quale per scaramanzia ancora non voglio parlare;
- da quando penso "è SOLO lavoro" non mi angoscio (quasi) più, riesco a far fronte alle situazioni di maggiore stress, e soprattutto lavoro meglio;
- la famiglia di una mamma che lavora a tempo pieno, che non ha aiuti, ma che ha piacere di seguire per bene i propri figli è costruita sulle basi precarie di un castello di carte. Molte volte sembra che se si sposta un pezzetto di un millimetro possa crollare tutto, ma in fondo al tunnel c'è sempre una soluzione... e poi si impara che avere i capelli a posto o lo smalto alle unghie non sono cose fondamentali, ci si rinuncia volentieri per mezzora di sonno in più :-)
Per ora non mi viene in mente altro, mi faccio risentire.